LETTERE A GIUSEPPE PREZZOLINI

Valguarnera, 17 settembre 1923

Egregio Professore,

ho ricevuto la Sua cartolina.  Come ringraziarLa delle buone parole, che ha voluto rivolgermi? Quantunque me ne senta immeritevole, io le accetto con gioia e con gratitudine, perchè diventano per me un impegno di diventarne sempre più degno; e spero che Lei vorrà conservarmi la Sua benevolenza. lo lavoro per ora alle mie storielle siciliane; le vado raccogliendo pazientemente dalla viva voce del popolo, e più pazientemente ci lavoro intorno: può dirsi, rifò. Ne ho già pronte una sessantina; alcune, come già Le dissi, a Roma, sconce o semplicemente salaci. Avrei intenzione di farne un libriccino; ma prima vorrei averne il Suo giudizio, e perciò fra giorni Gliene invierò una raccolta delle più pericolose, per vedere se vanno. Dei miei progetti che posso dirLe? io ho intenzione di vivere sempre in campagna, anzitutto perchè ne ho bisogno per la mia salute, e poi per potervi studiare e lavorare in pace, senza inutili disperdimenti.

   Mi metterò a scrivere vite di Santi, e forse farò una riduzione con intenti prettamente popolareschi, della storia dei Paladini, così come corre nelle tradizioni del popolo.

   In inverno dovrei venire a Roma per "piazzare" (nel senso più brutto della parola) una mia commedia; ma non so se lo farò.

   In quanto alla parola Calta di cui 1ei mi parla, si tratta del prefisso arabo Kalat, che significa Castello. (Caltagirone = Kalat, castello, gerun, grotte). Dette etimologie arabe dei nostri nomi di paesi e campagne si Va occupando sul Giornale di Sicilia un certo "Calvaruso".

   La rivista "Concilio" di Campitelli mi ha accettato una mia poesia - La partenza della mamma. - ma non so Quando sarà pubblicata " La Tribuna" e "Noi (e) il mondo" mi hanno però bocciato,

nonostante l'interessamento di Cecchi.

   Giacchè Lei con la Sua grande bontà mi vuole ancora aiutare mi faccio ardito di chiederLe due favori.

I.                   Prima di tornarmene qua il Prof. Lombardo inviò a Palmarocchi, perchè lo raccomandasse alla “Voce” per la pubblicazione, un mio quadernetto di versi (Poesie immaginarie), di cui Lei ha già conoscenza in massima parte. Ancora non ho avuto alcuna risposta nè dalla Voce nè da Palmarocchi; invece credo che potrò averne solo nel caso che Lei voglia metterci un rigo. Se scrive a qualcuno della Voce o vede Palmarocchi vuole interessarsene?

II.                 Vorrei diventare collaboratore del “ Giornale di Sicilia” il quale a noi giovani di Sicilia è chiuso ermeticamente ed anche ostilmente. Potrebbe Lei inviarmi una presentazione per Benedetto Migliore, o per il direttore Ardizzone, per una mia assidua collaborazione?

Spero che non vorrà seccarsi e che vorrà scusarmi.

    Si ricordi di me con la benevolenza che so, e se ha tempo da perdere mi faccia avere qualche Sua parola.

Coi più affettuosi saluti,

Suo Francesco Lanza

 

Valguarnera (prov. di Caltanissetta)

 

P.S. La prego di salutarmi Rendi e Nicoletti

 

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Valguarnera 30 XI 1923

Illustre Professore,

vengo ancora ad annoiarLa. Ho finito i miei “Mimi” – un’ottantina quasi che potrebbero formare un librettino. Ma non so chi me li potrebbe stampare. Vallecchi? Gobetti? Campitelli? Può Lei aiutarmi a trovare un editore?

   Le sarei molto grato se volesse ancora interessarsi a me povero villico come per il passato.

   Vorrei pure mandare le mie poesie a Vallecchi: ma posso farlo senza nessuna presentazione?

   Confinato come sono qua io ho molto bisogno che Lei mi aiuti – e spero nella Sua bontà.

   L’ “Almanacco” finalmente si stampa; e avrei anche disegni di Soffici, il quale ha avuto e ha per me una grande benevolenza.

   Si abbia i più affettuosi saluti dal Suo

Francesco Lanza

 

(Biblioteca Cantonale di Lugano – Archivio Prezzolini)